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AttuAlità e CronACA loCAle
dA uN’INdAGINE SuLL’ISIS SCOPErTI QuATTrO SPACCIATOrI mArOCChINI
A CurA di Sergio Poletti
PIOVE, GOVErNO SCAduTO (OCChIO AGLI ArGINI)
IRos, facendo un’indagine che riguardava l’Isis, hanno scoper- to un traffico di droga e relativi spacciatori della famiglia ma- rocchina El Amrani. Younesse El Amrani, del Marocco, militava nello stato islamico e morì nel febbraio 2016 in combattimento nel conflitto siro-iracheno. In casi del genere, avendo la famiglia abitato a Crevalcore, le ricerche si sono allargate anche ai fratelli del miliziano, e alla sua cerchia, per cui a Spilamberto è stato arrestato un marocchino di 35 anni e a Castelfranco un altro conterraneo di 45. I pusher hanno agito nelle province di Bologna, Reggio e Modena. L’operazione è stata intitolata “Il Cammino”, un cammino complesso, ma tipico anche di altre situazioni simile di estremisti e integralisti. E’ stato il gip di Bologna ad ordinare le manette a due fratelli del jihadi-
sta, Khalil El Amrani, di 32 anni, e Yassin El Amrani, di 36. Il primo era stato già espulso dal nostro territorio nel maggio 2017, il se- condo ad inizio 2018. Entrambi avevano la residenza appunto nel Bolognese. Il quartetto quindi comprendeva anche Abdelhak Bahoune e Abdellatif Dahibi (i residenti da noi sopra citati). Il pezzo grosso era il Bahoune, che comandava gli altri tre.
Non è escluso che i profitti dei pu- sher potessero servire alla causa dei combattenti e per effettuare viaggi in Siria, magari attraverso il passaggio in un punto nodale della Turchia.
Purtroppo succede spesso che spacciatori e indottrinatori dalle carceri vengono solo espulsi, così la catena terroristica può rifor- marsi in qualsiasi momento. Nel febbraio 2015 ci fu anche il giallo della cellula che operava
sull’Appennino, smantellata dalla Digos. La Procura di Bologna aprì un fascicolo per terrorismo internazionale. Saltò fuori anche la faccenda di Fabio E. che era un modenese convertito all’Islam, notoriamente jihadista. I fatti del 2015 erano collegati ad indagini bresciane. A Brescia si verificaro- no due arresti, per appartenenti all’Isis. Al carcere Sant’Anna movimenti strani, che portarono ad espulsioni ulteriori di un tuni- sino di 39 anni, spacciatore, ma anche simpatizzante dell’Isis, e di un marocchino di 38 anni, Abdellah Adib, che furono trovati esultanti per la strage di Parigi del gennaio 2015.
Le nostre forze dell’ordine, quin- di, vegliano discretamente, ma vegliano, e i risultati sono evi- denti, anche se non noti a tutti, ma comunque riportati dalla stampa.
Una volta un quotidiano di sini- stra, non manifestandosi notizie eclatanti ed essendo al comando la Democrazia Cristiana, mentre il maltempo imperversava, titolò a tutta pagina: “Piove, governo ladro”. Noi, nelle more della forma- zione di un Governo post-elettorale, pensando al dissesto idrogeologico che, hai noi, ci distingue da secoli, mancando un piano di intervento, come possiamo titolare? Piove, governo scaduto! E quando piove si deve pensare ai fiumi e ai canali di pianura e ai torrenti e alle frane della montagna. Sotto l’egida di un Aipo che riceve solo elemosine, non c’è da stare tranquilli, davvero... Chi di dovere ha cominciato a veglia- re anche perché quanto accaduto in un recente passato ha fatto passare guai seri a tutti. Dietro le scrivanie non si vedono le tane delle nutrie, dei tassi, delle volpi; certi argini anche senza tane sono fragili, le frane, mancando una fitta rete di piante e per movimenti attivi da sempre, fanno danni, si muovono, si deve evacuare gente come a Montecreto (non solo per colpa della neve), a Sestola. A Serramazzoni allarme per quanto si è verificato a Rocca Santa Maria. L’Appennino Modenese è sempre stato pericoloso, da quando vi sono zone spopolate, poi, la situa-
zione è peggiorata. Le manutenzioni sono carenti, le grandi opere, anche in mancanza di una pianificazione seria (protratta da tutti i governi) non si eseguono, perché servono milioni e milioni.
Sono in azione le guardie provin- ciali, quella della protezione civile, i vigili del fuoco di Modena, come quelli di Pavullo. Se Modena piange, nell’Appennino Bolognese, Reggia- no e Parmense, non si ride. Secchia e Panaro si riempiono per le piogge, il Po è relativamente tranquillo. Il grande fiume è stato abbandonato, questa estate. Non crediate che i suoi argini durino per sempre. Ed è la Bassa Mirandolese sempre memore delle alluvioni disastrose dell’ultimo quarto di secolo dell’Ot- tocento le quali provocarono tante emigrazioni nelle Americhe, che ha il maggiore timore, anche perchè le zone all’estremo Nord della nostra provincia non sono mai state monitorate, se non dal Consorzio di Burana, che a sua volta fa quel che può perché la liquidità scarseggia. I soldi servono a Roma. La Provincia di Modena, se incassa 60 milioni, ad esempio, non ne ha restituiti più di 20. Quel che è successo a Bastiglia, Bomporto e dintorni in tempi recenti può riproporsi.
C’è chi dice che invece di elimninare
le province si potevano eliminare le regioni, dove spese pazze ci sono state, con scarse punizioni, relative a pochi bienni.
Le regioni e altri pozzi di San Patrizio di denaro continuano a scorrere imperterriti. Le ragioni sono un’ema- nazione che si è consolidata negli anni ’70 del Novecento. Prima non esistevano; c’erano solo nelle carte geografiche politiche.
Dicevamo dell’allerta che è partita dalla scorsa settimana. Comincia a far caldo, la neve si scioglie, diventa acqua, i fiumi sono sotto sorveglian- za. I settori ambienti dei Comuni si sono finalmente mossi, mandano ad ispezionare addetti ai lavori, ma anche vigili urbani, volontari, Apae, ecc. Il nodo idraulico di Modena è sempre in stato precario. Secchia e Panaro, affluenti del Po, devono tirare, altrimenti sono guai. Piogge intense fanno paura. Domenica 11 marzo è piovuto dappertutto. L’osser- vatorio geofisico di Unimore aveva ribadito il pericolo incombente. A dicembre c’è stata una bella piena. Se ricordate bene chiusero le scuole a Bastiglia, Sorbara e Sozzigalli perché le casse di espansione erano colme.
I governi di centrodestra e sinistra poco o nulla hanno fatto. Hanno preferito spendere per i danni che un decimo per fare prevenzione continua. Ora vedremo cosa fanno gli altri, che devono calare le tasse, dare soldi a chi non lavora, togliere enti inutili, tagliare soldati all’estero e compatibilmente mettere soldi in bilancio per il dissesto territoriale. Speriamo che prevalga il buon senso. Se prevarrà quello potremo migliorare la situazione, che si ripropone non come le maree, ma quasi. Mentre abbiamo scritto questo pezzo, pioveva, governo scaduto!
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pag. 20 • N.05 • 17-03-2018

