FERRARA: AL “MEIS” LA MOSTRA “1938: L’UMANITA’ NEGATA”
(Ferrara, 17/01/2020) – È una mostra pensata e voluta dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella e esposta per mesi al Quirinale, “la casa degli italiani come dice sempre il Presidente”: lo ha ricordato Giovanni Grasso, portavoce dello stesso Mattarella, nonchè curatore della mostra insieme a Paco Lanciano, presentando “1938: l’umanità negata”, rassegna allestita nel 2018 a Roma in occasione degli 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali e trasferita ora – in pianta stabile – negli spazi del Meis, il museo nazionale sull’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara.
“Quando abbiamo pensato a questa mostra – ha raccontato all’Ansa – non volevano farla documentaria, l’idea è stata quella di fare una mostra ‘emotiva’ per dare informazioni ma lasciare qualcosa dentro a chi la visitava”. La mostra – con installazioni multimediali, immagini e filmanti e documenti d’epoca – permette a chi la visita, soprattutto scuole che che lo hanno fatto per mesi e mesi al Quirinale, di capire il dramma delle leggi razziali.
Attraverso l’uso di installazioni multimediali che raccolgono immagini e filmati d’epoca e documenti, “1938: l’umanità negata” crea una esperienza immersiva che permette al visitatore di entrare in contatto con il dramma delle leggi razziali, l’esclusione sociale, la persecuzione nazifascista e lo sterminio. La narrazione, che ha la voce dell’attore e doppiatore Francesco Pannofino, si apre allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, in cui gli ebrei partecipano a fianco di tutti gli altri italiani. La Storia va avanti, nel 1922 Benito Mussolini guida la marcia su Roma. Nel ’33 il nazismo si afferma e dal 1938 tutto si stravolge: a fine luglio inizia a diffondersi il Manifesto della Razza firmato dagli scienziati italiani, a settembre vengono pubblicati i “Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista” e a novembre vengono approvate le cosiddette leggi per la difesa della razza.
Le sale dividono il percorso, della durata complessiva di 45 minuti circa, in diversi nuclei tematici: dalla documentazione relativa alle leggi razziali, alla ricostruzione di una classe e l’esclusione sui banchi di scuola, fino alla deportazione e ai campi di sterminio.
Il percorso concepito dai due curatori è infine arricchito al MEIS dall’installazione site-specific dell’artista israeliano di fama internazionale Dani Karavan, creata per ricordare l’esperienza italiana della Shoah.





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