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L'Occasione , dom 19/10/2025

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Affidato al prof Giovanni Pellacani, di Modena il progetto di ricerca sulla diagnosi precoce dei melanomi

Affidato al prof Giovanni Pellacani, di Modena il progetto di ricerca sulla diagnosi precoce dei melanomi
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Al docente di Dermatologia all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e direttore della Struttura complessa di Dermatologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, è affidato questo compito. Il melanoma cutaneo è una patologia complessa; lo scopo del progetto – spiega Pellacani – consiste nell’ottenere una migliore classificazione, basata sulla morfologia e su biomarcatori tessutali e profili genetici, che possa spiegare i diversi comportamenti del melanoma e di conseguenza aiutare nella diagnosi e definire il decorso clinico e il rischio di recidiva.  Si indagherà su una consistente serie di melanomi e lesioni melanocitarie  in una popolazione selezionata ad alto rischio. Lo studio durerà 36 mesi ed è stato finanziato con 259mila euro. In merito, all’argomento melanomi, ora un nuovo test per scovare i nei maligni. Lo annunciano alcuni ricercatori del Weill Cornell Medical College di New York sulla rivista Archives of Dermatology, secondo cui una nuova analisi basata sull’espressione di una particolare molecola potrebbe soppiantare i vari test utilizzati per scoprire se un neo è maligno oppure no. Il nuovo test si basa sulla valutazione dell’espressione dell’adenilil-ciclasi solubile, una molecola presente nel nucleo delle cellule malate e assente in quelle sane. I test in uso oggi per la valutazione di una biopsia utilizzano sostanze che marcano le cellule tumorali, definendo la maggiore o minore probabilità di un melanoma a seconda dell’intensità del marcatore associato è ciò significa che il patologo interpreta i dati in modo personale.