Il museo aprì utilizzando i locali di un ex ristorante. Stranamente, proprio in quel posto di poco più di duemila anime, il museo trovò nuova vita attirando numerosi visitatori. Hjartarson ha ricevuto persino offerte di vendita esterni per spostarlo in Germania o in Inghilterra, ma ha sempre rifiutato, sostenendo che “il museo deve restare in Islanda”. E nel 2012 viene trasferito di nuovo dal paesino di Húsavík alla capitale islandese: dove ora può essere visitato al 116 di Laugavegur.
Nel museo fallologico vi sono anche interessanti reperti ricavati proprio dai peni di animali. Pezzi di artigianato che includono un bastone da passeggio ricavato dal pene di un toro e lampade create con gli scroti dello stesso animale: e queste illuminano le esposizioni! Molte collezioni sono state anche donate, e l’unico acquisto effettuato dal museo è quello di un pene d’elefante lungo un metro. Inoltre vi è una collezione dedicata alla mitologia islandese: il museo dichiara infatti di possedere i genitali di creature fantasy come elfi e troll. Ma questi non possono essere visti, in quanto secondo le credenze popolari questi esseri sono invisibili all’uomo.
Ma i peni umani sono sicuramente i reperti più interessanti. Il museo ha ricevuto proposte di donazione da quattro persone nel mondo: un islandese, un tedesco, un americano e un inglese. Sembra una barzelletta, ma la realtà dei fatti è che nel 2011 finalmente ha acquisito il suo primo pene d’uomo alla morte del 95enne Pàll Arason: l’islandese, che si è dichiarato essere un dongiovanni in giovinezza, era entusiasta all’idea di vedere il suo pene conservato ed esposto a imperitura memoria nel museo, e aveva decretato per l’immediata esportazione alla sua morte. Ora il pene d’uomo è visibile a tutti, ma Hjartarson spera sempre di trovarne uno più giovane e bello. Nel frattempo sono presenti i calchi in argento dei peni dei giocatori della squadra nazionale di pallamano, che alle Olimpiadi di Pechino 2008 si è classificata seconda, vincendo la medaglia d’argento appunto. E lo stesso Hjartarson ha dichiarato di voler donare il suo stesso pene al museo, alla sua morte. Ma, ha aggiunto, questo dipende dalla moglie: “Se muore prima lei, il mio esemplare andrà alla collezione. Se muoio prima io, non saprei dire: lei potrebbe anche dire di no”.
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