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L'Occasione , mer 30/04/2025

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A Modena i graffiti del geniale Blu, il “re” dei writers

A Modena i graffiti del geniale Blu, il “re” dei writers
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“The Guardian”, prestigioso giornale inglese, lo colloca tra i migliori dieci writers del mondo e sue opere pubbliche sono anche a Modena. Si tratta di Blu (naturalmente è il nome d’arte), che si trova ad essere, con altri famosi graffitari, come Keitk Haring e Banksy, nella lista stilata dall’autorevole quotidiano d’oltre Manica. Di Blu, originario di Senigallia, ma formatosi artisticamente a Bologna, dove vive, è l’immagine di un uomo che partorisce un uovo, realizzata sulla parete dell’edificio nella nell’ex Amcm, in via Sigonio, dopo il Teatro delle Passioni. Un’opera, risalente ad una quindicina di anni fa, che suscitò qualche polemica, in quanto si trattava di un nudo maschile, raffigurato nella posizione di partoriente. Si rimediò, castigando l’immagine con le mutande, proprio come si presenta ora, anche se si sono aggiunte, nel tempo, delle marcate scritte in nero. Non si sa se l’opera sparirà, quando l’area dell’ex Azienda Municipalizzata assumerà un nuovo volto con un intervento radicale di ristrutturazione e, in parte, di demolizione di fabbricati. Chi potrà salvarla? Stesso interrogativo per tanti graffiti che “tappezzano” la città e recano la firma di nomi ormai celebri.

A quattro mani è uno dei graffiti al PalaMolza. A dare efficace rappresentazione ad un gigantesco polipo che affonda i suoi tentacoli su Modena anche Ericailcane. Una operazione che i due artisti, il cui sodalizio è di lunga data, hanno eseguito sulla facciata del vecchio Palazzo dello Sport che sporge in viale Monte Kosica, nei pressi della Tenda. Un binomio perfetto se si pensa che Ericalilcane è uno specialista nel raffigurare animali, mentre Blu ama confrontarsi con la figura umana, più attinente ad un racconto di impegno sociale. Evidente in questa enorme immagine come il polipo assuma il simbolo della malavita, della mafia che mette le mani sulla città. Un lavoro eseguito alla manifestazione “Icone 2006”, promossa dall’Associazione culturale “Fuori Orario” di cui è presidente Pietro Rivasi. Un evento al quale avevano dato vita artisti italiani e internazionali. E sulle pareti dell’ex Palazzo dello Sport, su cui avevano lasciato il segno anche altri nomi di spicco dell’arte urbana, come Cris, Finsta, Nunca, Escif, Kalinda, Cakes, Viagrafik, hanno raccontato, in settembre scorso, vicende d’amore (tema dell’ultimo FestivalFilosofia) la colombiana Bastardilla e il bolognese Ericailcane.

«Non sono episodi isolati. Modena è tra le città più prolifiche di interventi di street art», sostiene Andrea Lo Savio, direttore della Galleria D406, che con “Fuori Orario” e la collaborazione all’assessorato alla Cultura del Comune e della Provincia, ha organizzato, da maggio a luglio scorso, l’iniziativa “Icone 5.9” che ha portato in città e nei comuni colpiti dal terremoto (Carpi, S. Felice, Finale, Camposanto, Bomporto, Bastiglia, Medolla, Cavezzo e San Prospero) writers, graffitisti della scena mondiale. Come lo è Blu, consacrato da “The Guardian”, che è diventato popolare con i graffiti eseguiti durante incursioni notturne a Bologna, nel centro storico e nei pressi dell’Accademia, nonché nei periferici spazi del centro sociale “Livello 57”. A lui si devono opere molto apprezzate nelle Americhe, in Palestina, in Europa. Citiamo quella in Portogallo, su una facciata di un palazzo, dove un uomo d’affari, con i marchi di celebri imprese petrolifere che adornano una corona sulla sua testa, beve con una cannuccia il succo dal pianeta che ha tra le mani; al Moca di Los Angeles (un murales poi cancellato da operai); al Pac di Milano; sui Silos del porto di Ancona. In italia si contano a centinaia le sue perfomance.