Fine di un’era

Nella sua nota Barber scrive: “Il processo produttivo dei giornali nato negli anni Settanta è morto. In futuro il nostro prodotto cartaceo deriverà da quanto pubblicheremo in rete, non più viceversa”.Con una nota inviata ai suoi redattori il direttore, Lionel Barber, ha annunciato che nella prima metà del 2014 lancerà un’edizione cartacea singola, un prodotto globale unico. Ci saranno più spiegazioni dei temi “caldi”, con un sempre più vasto corredo di dati e grafici. I giornalisti verranno invitati a scrivere storie che vadano incontro agli interessi più accesi nel web. Il lavoro non ruoterà più sul “menabò”, come si dice in Italia per definire il processo di aggiustamento progressivo dello stile della pagina cartacea, ma sarà strutturato come un palinsesto televisivo o radiofonico, poco più di un bollettino a scansione cronologica.

Quali notizie si leggeranno sul FT?
Barber non vuole abbandonare il tradizionale stile del suo giornale: i giornalisti – scrive – dovranno concentrare la propria attenzione sulle notizie “a valore aggiunto”, rimanendo fedeli alla “credibilità che viene dal produrre vero giornalismo investigativo”. Non si capisce bene che cosa significhi quel “valore aggiunto”, né come questo si concili con l’indipendenza di giudizio che si pretende da chi fa giornalismo investigativo. Ma sono dubbi, questi, che verranno presto sciolti.

“Digital first”? Una questione di soldi
Lionel Barber dirige da più di sette anni il FT. Anni che hanno visto cambiare molto il modello produttivo del giornale. Anche la scelta di dosare accuratamente il sistema di pagamento imposto a chi vuole leggere alcuni articoli online è stato un successo. Infatti lo scorso anno gli abbonamenti alla versione digitale hanno superato quelli tradizionali.

Un argomento forte, visto l’andamento delle vendite: nel mese di Agosto 2013 – sono dati dell’ABC – la tiratura del giornale di carta è stata pari a 236.281 copie, il 15% in meno rispetto allo stesso mese del 2012.